Spesso le persone hanno una musica, una canzone a cui sono particolarmente legate. Magari perché essa ricorda un momento importante della propria vita oppure semplicemente perché quel motivo ci piace tanto. Sarebbe bello andare addirittura oltre. Poter accedere costantemente alla canzone della propria vita, a quella che racchiude chi siamo e il senso del nostro essere qui. Qualcuno pare averci pensato…
Una leggenda narra che nella tribù degli Himba, una popolazione nomade della Namibia con una struttura matriarcale, ad ogni bambino sia associata una canzone.
La data di nascita di un figlio non viene conteggiata da quando nasce, né da quando è concepito ma dal giorno in cui il bambino era un pensiero nella mente di sua madre.
Quando una donna decide che avrà un bambino, va fuori e si siede sotto un albero, da sola e ascolta fino a quando può sentire, il canto del bambino che vuole venire. Dopo aver sentito la canzone di questo bambino, lei torna da colui che sarà il padre del bambino e la insegna a lui.
Poi, quando fanno l’amore per concepire fisicamente il bambino, per un po’ di tempo cantano la canzone del bambino, come un modo per invitarlo e quando la madre è incinta, insegna la canzone del bambino alle levatrici e alle vecchie donne del villaggio, in modo che quando il bambino nascerà, le donne anziane e le persone intorno a lei, cantino la canzone del bambino per accoglierlo.
Se in qualsiasi momento durante la sua vita, la persona commette un crimine o un atto sociale aberrante, l’individuo è chiamato al centro del paese e le persone della comunità formano un cerchio intorno a lui o lei e poi gli cantano la sua canzone.
La tribù riconosce che la correzione per un comportamento antisociale non è la punizione ma è l’amore e il ricordo della propria identità.
Quando si riconosce la propria canzone, sparisce la voglia o il bisogno di fare cose che possano ferire un altro. Va così la loro vita: nel matrimonio, le canzoni sono cantate, insieme.
Infine, quando questo bambino adulto è sdraiato sul letto, pronto a morire, tutti gli abitanti del villaggio conoscono il suo canto e cantano, per l’ultima volta, il canto a quella persona.
Non sappiamo se questa pratica sia o meno reale. Ma non importa.
Una canzone del genere rappresenterebbe la canzone della nostra parte più profonda. La voce del Cuore.
“Se è vero che sei quello che mangi, si può dire con altrettanta accuratezza che sei quello che ascolti” – Steven Halpern
Se questa voce non ti parla o non riesci più a comprenderla appieno, oppure semplicemente la senti e la intuisci ma non hai la forza di tradurla in azioni concrete realizzandola e attuandola, allora forse la tecnica dell’Allineamento Reiki può fare al caso tuo…
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