Cerca

I benefici del Reiki in un paziente con grave neutropenia

neutropenia

I trattamenti Reiki aiutano un paziente affetto da epatite a tollerare le dosi di interferone nonostante la sua neutropenia.

Nel 2011 la rivista The Journal of Alternative and Complementary Medicine (Vol. 17, n°12) ha pubblicato lo studio “Benefits of Reiki therapy for a severely neutropenic patient with associated influences on a true random number generator”. Nella ricerca viene evidenziato come i benefici del Reiki sono ormai documentati per quanto riguarda il sollievo dal dolore e la gestione dello stress ma è stata dimostrata anche la modifica dei marcatori biologici della malattia, come l’ematocrito (rapporto percentuale tra globuli rossi e plasma).

Tra l’altro, al di là di questo specifico studio riguardante un paziente con epatite, la neutropenia causata dalla chemioterapia è un problema non da poco che produce il rischio di morte in oltre il 10% dei pazienti, richiede di ridurre la dose di chemioterapia, costringe ad estendere l’intervallo di amministrazione per aumentare le possibilità di concludere il trattamento, costringe a cucare la neutropenia stessa e aumenta i costi sanitari per l’ospedalizzazione.

Il metodo
Il paziente di questo studio specifico era un allora 54enne gravemente malato di epatite C1 e C2 che non aveva beneficiato di miglioramenti con le terapie convenzionali. Soffriva anche di obesità, sindrome metabolica, asma e ipertensione. E’ stato trattato con alte dosi di interferone e ribavirina con conseguente anemia (scarsità di globuli rossi) e neutropenia grave (scarsità di neutrofili/globuli bianchi).
Inizialmente sono stati utilizzati trattamenti Reiki al paziente per migliorare il senso di benessere e alleviare l’ansia. Casualmente sono stati osservati effetti sul numero dei neutrofili nell’ematocrito del paziente. Le sessioni di Reiki sono state allora utilizzate col sopraggiungere della grave neutropenia per valutare il possibile effetto sul conteggio assoluto dei neutrofili (ANC). I trattamenti Reiki sono stati monitorati con un vero e proprio generatore di numeri casuali (RNG).

I risultati
Sono emerse relazioni statisticamente significative tra i trattamenti Reiki, un acquietarsi del rumore bianco creato elettronicamente dall’RNG e il miglioramento della neutropenia. Il risultato clinico immediato è stato che il paziente poteva tollerare alte dosi di interferone senza doverle ridurre a causa della neutropenia.

Le conclusioni
L’associazione tra cambiamenti dell’RNG, il Reiki e l’ANC del paziente è il primo studio esistente nella letteratura medica. Sono previsti ulteriori studi futuri per valutare gli effetti dei trattamenti Reiki su specifici marcatori biologici della malattia. L’uso concomitante di un vero e proprio RNG può risultare in correlazione con l’efficacia della terapia energetica.

Lo studio è stato pubblicato su PubMed.

Consulta gli altri studi sul Reiki.

Condividimi su:

Facebook
Twitter
LinkedIn
Email