Sono davvero molti i reikisti interessati a diffondere i trattamenti Reiki nella sanità, proprio lì dove si accumula stress e sofferenza per tutti (pazienti, caregivers e operatori sanitari). Ecco alcuni preziosi suggerimenti ispirati all’opera della famosa Pamela Miles, insegnante di Reiki americana con decenni di esperienza nel portare il Reiki nelle strutture sanitarie.
Pratica su te stesso!
Sembrerà banale, ma è la prima cosa da fare: un regolare auto-trattamento quotidiano. Prendersi cura di sé è assolutamente indispensabile quando si intende prendersi cura degli altri, soprattutto quando gli altri sono soggetti particolarmente vulnerabili e bisognosi come gli operatori sanitari, i malati e i loro caregiver.
Praticare il Reiki nella vita e negli ospedali: le differenze
L’obiettivo del quotidiano Reiki è di sostenere e favorire l’equilibrio generale ogni giorno. L’autotrattamento aiuta l’organismo ad affrontare gli squilibri esistenti ed a prevenire quelli futuri. È consigliabile realizzare un trattamento completo con costanza e frequenza spostando le mani nei vari punti insegnati. L’ideale è investire 20/30 minuti al giorno, più quando necessario e meno nei giorni in cui è il massimo che si possa fare.
La pratica del Reiki in un ospedale, invece, comporta meno posizioni delle mani e un minor tempo di pratica. I pazienti ospedalieri spesso non possono girarsi, quindi non siamo in grado di mettere le mani sulla schiena. I trattamenti di Reiki negli ospedali spesso sono più brevi, 15-20 minuti max, per non intralciare l’abituale ruotine ospedaliera (terapie, farmaci, esami, visite…).
Come ha detto notoriamente Hawayo Takata, qualsiasi pratica di Reiki è preferibile a nessuna pratica e le persone negli ospedali mostrano generalmente un netto miglioramento anche con un trattamento Reiki più breve. Hanno generalmente meno stress (meno ansia e dolore) e un miglioramento della frequenza cardiaca, della pressione sanguigna, della respirazione e della variabilità della frequenza cardiaca , come evidenziato in vari studi. I pazienti tendono anche a dormire meglio e mostrano una migliore funzione digestiva.
Agisci e comunica in modo credibile
Se vuoi praticare il Reiki negli ambiti della medicina convenzionale, devi essere in grado di parlare in modo credibile di ciò che stai facendo. Discutere la pratica del Reiki in modo serio con interlocutori critici come medici, infermieri e amministratori ospedalieri richiede fiducia, chiarezza di pensiero e una certa conoscenza del paradigma medico convenzionale.
La fiducia nella pratica del Reiki inizia con il proprio Reiki quotidiano. Se non pratichi già quotidianamente il Reiki, inizia ora!
È sconsigliabile portare la pratica del Reiki in una struttura sanitaria in cui non sia già disponibile a meno che tu non sia già un professionista del Reiki. Preferibile passare da una pura pratica personale ad una professionale diventando un vero e proprio operatore Reiki.
Competenza e fiducia quando ci si prende cura di altre persone sono importanti anche se si desidera fare del volontariato negli ospedali. Le persone negli ospedali sono probabilmente molto più malate delle persone con cui pratichi di solito, e può essere emotivamente impegnativo. Assicurati di sentirti a tuo agio nel mettere le mani sugli altri prima di fare domanda per fare volontariato Reiki negli ospedali. Quanta pratica sugli altri hai già fatto?
Adattare il Reiki in modo versatile
Non è necessario stravolgere la pratica del Reiki per portarlo negli ospedali e nei centri medici ma indubbiamente occorre adattarci alla situazione che troviamo. Ad esempio, mettere le mani sulla schiena del ricevente per molti pazienti nei letti d’ospedale non è possibile perché non possono essere girati.
Quando operiamo negli ospedali, dobbiamo rispettare le sue regole (per esempio lavarsi le mani prima e dopo ogni trattamento). Quando si offre un trattamento a un paziente in quarantena occorre indossare un camice, una maschera e dei guanti come tutti coloro che entrano nella stanza.
Operare all’interno delle strutture sanitarie comporta lavorare con altri professionisti, andare d’accordo con loro, accettare dei compromessi (senza dover necessariamente “compromettere” la pratica Reiki). Ecco perché è importante avere un’auto-pratica quotidiana di lunga data e una notevole esperienza nella pratica del Reiki su altri, in modo da poter capire dove possiamo scendere a compromessi e dove non possiamo. Per esempio, non c’è motivo di non adattare la posizione delle mani se la situazione lo richiede, ma nessuna situazione merita di cambiare le “attivazioni” se sono un’insegnante che sta rendendo autonomo un paziente o un operatore sanitario insegnandogli la tecnica Reiki.
L’assistenza sanitaria convenzionale prevede il lavoro di squadra e dobbiamo andare d’accordo con il team. Ciò significa non essere sulla difensiva, collaborare e saper comunicare chi siamo e cosa facciamo con persone che non capiscono ciò che facciamo e si affidano alla nostra esperienza. Il proprio ruolo è davvero importante: diventiamo degli “ambasciatori”del Reiki.
Utilizzare una comunicazione adatta ai contesti medici
Se vuoi spianare la strada – portando la pratica del Reiki negli ospedali dove non è attualmente offerto – devi comunicare ciò che offri in un linguaggio neutro che sia significativo per i professionisti medici.
È inoltre necessario affrontare le loro preoccupazioni. È un buon segno quando gli operatori sanitari ti fanno domande. Significa che non ti hanno già “liquidato”.
Il tuo Reiki quotidiano e l’esperienza di dare e ricevere trattamenti Reiki ti aiuteranno ad affrontare le preoccupazioni delle persone. Ma ci vuole un diverso tipo di sforzo per comprendere il paradigma medico e come funziona l’assistenza sanitaria istituzionale. E ancora maggiori sforzi per trovare un linguaggio che comunichi efficacemente in quel tipo di contesti.
Se vuoi portare con successo il Reiki negli ospedali devi essere in grado di parlare di questa tecnica senza ricorrere alle tue credenze. Il Reiki può rappresentare “anche” una pratica spirituale ma in quanto tale rischia di essere troppo connotata dal punto di vista culturale. Se vuoi portare il Reiki nella cultura medica, devi lasciar perdere le tue convinzioni personali e parlare del Reiki in modo asciutto, neutrale, focalizzandoti sulla tecnica in sè e sui suoi benefici.
Ecco alcuni articoli che ti aiuteranno a comunicare il Reiki al meglio:
Reiki, medicina e linguaggio della scienza: occhio alle parole!
Reiki: come parlarne in modo efficace agli altri valorizzandolo al meglio
Guarda in quanti ospedali in Italia e nel mondo il Reiki ha portato benefici!
Sei un operatore sanitario e vuoi apprendere il Reiki per utilizzarlo in autonomia su te stesso e i tuoi pazienti?
Frequenta un Corso Reiki di primo livello!