Rintracciare il nesso tra i fatti successi nelle vite precedenti e gli attuali rapporti genitori-figli può migliorare la situazione.
Argomento davvero vasto!
Nella mia esperienza con le Regressioni alle Vite Precedenti sembra proprio che possa esistere un nesso fra gli avvenimenti appartenenti ad epoche remote e i rapporti difficili genitori/figli in questa vita. Trovare questo collegamento molti casi ha migliorato radicalmente la situazione. Qualche esempio?
RAPPORTI DIFFICILI CON UN FIGLIO
Vi sono bambini che già piccolissimi manifestano rabbia, diffidenza, distanza emotiva con un genitore. La cosa stupisce maggiormente quando è nei confronti della madre!
Il fatto è che molti bambini si ricordano le vite precedenti, ed in particolare quelle traumatiche: poniamo il caso che l’attuale madre in passato, con altro ruolo magari, abbia ucciso l’attuale figlio. E’ abbastanza comune riparare questo torto dandogli successivamente la vita: è un bel modo per chiudere il debito, ma se il bambino si ricorda di tale fatto come potrà fidarsi della madre, avere con lei un bel rapporto sereno?
In un reale caso analogo la madre, tornata dalla regressione, ha deciso di osare. Ha guardato il figlio di circa 3 anni dicendogli: “ora non ti ucciderò più”. Il figlio si è voltato, l’ha guardata come se capisse e si è rimesso a giocare. Da lì in poi, il loro rapporto si è sciolto e quello che era un bambino “difficile”, che teneva lontana la madre, è diventato un normale bambino affettuoso e amorevole!
PREFERENZA PER UNO DEI FIGLI
Non sempre i figli fanno parte della “famiglia spirituale” dei genitori, anzi spesso i genitori sono scelti in quanto adatti (nel bene e nel male) ad imparare certe lezioni, rispetto al ceto, al luogo, alla famiglia in senso lato ed ovviamente al carattere ed ai rapporti interpersonali. Tuttavia, uno dei nostri figli potrebbe essere invece un’anima che ci accompagna da millenni, un’anima gemella: in tal caso non c’è nulla da fare, il rapporto con quel figlio sarà diverso, pur amando anche gli altri si percepirà un legame più profondo. Alcuni genitori si sentono in colpa per questo, ma comprendendo durante le regressioni il perché, riconoscendo quel figlio in varie vite con vari ruoli, ecco che trovano un senso a questo diverso sentire, sciogliendo i sensi di colpa e vivendo serenamente quello che è, e non potrebbe essere diversamente, un rapporto davvero speciale!
PAURA DI PERDERE I FIGLI
Sebbene un pizzico di timore possa considerarsi normale per un genitore, alcune persone convivono con una vera paura ingiustificata di perdere uno o più figli.
Qualche volta questa paura si traduce in una distanza affettiva (meglio non affezionarsi dice l’inconscio, così soffrirò meno perdendolo), altre volte in una iper-protezione o in un’ansia eccessiva e soffocante.
Durante la regressione ecco emergere ricordi lontani in cui fu perso un figlio, a vario titolo (morto, rapito, abbandonato con conseguenti sensi di colpa): di solito oltretutto si tratta proprio dello stesso che oggi è con noi, come a dare una seconda possibilità. La vita infatti concede sempre infinite possibilità di concludere ciò che è rimasto in sospeso, di fare meglio ciò che si sbagliò, di godere di ciò che mi fu tolto: nessuno è perso per sempre!
Tuttavia, la presenza di tali sentimenti antichi rischia di ostacolare questa possibilità: ad esempio il distacco emotivo mi impedisce di vivere appieno questa seconda occasione concessami, attesa magari da secoli!
Nella seduta di regressione può emergere, come ad esempio è successo realmente ad una cliente, il ricordo del proprio figlio che cadde nel fiume secoli fa, e come sempre questo sarà sufficiente affinché i sentimenti legati all’episodio si sciolgano immediatamente: da quel momento il rapporto potrà “guarire”, e le due anime potranno finalmente vivere appieno il loro rapporto!
Articolo di Marco Coppo
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