Grazie all’infermiere Marc Bendach il Reiki è arrivato all’ospedale Unfallkrankenhaus di Berlino (UKB). Si tratta di un Centro Traumatologico di rilevanza internazionale fondato nel 1997 dove vengono trattate le vittime di incidenti e i pazienti in situazioni d’emergenza nell’area di Berlino-Brandeburgo, nonché le gravi lesioni da ustioni provenienti da tutta la Germania.
Dal 2008 al 2011 presso ospedale Unfallrankenhaus di Berlino 800 pazienti hanno ricevuto trattamenti Reiki. Nella prima metà del 2012 l’UKB ha aumentato i terapisti del rilassamento a tempo indeterminato da 3 a 5 per poter realizzare circa 4.000 trattamenti Reiki all’anno. Ci sono poi 70 infermieri ed un medico che praticano Reiki privatamente.
Come è nato il progetto?
L’idea è nata perché l’UKB stava cercando metodi più efficaci per il trattamento del dolore. Il “Centro di medicina riabilitativa” aveva riconosciuto che gli antidolorifici e gli interventi chirurgici spesso non producevano risultati sufficientemente buoni nel dolore cronico. Il direttore infermieristico Matthias Witt aveva già ricevuto qualche trattamento Reiki in privato e conosceva la tecnica grazie ad un suo dipendente di lunga data, l’infermiere Marc Bendach.
Marc Bendach era anche un insegnante di Reiki e aveva già addestrato alcune infermiere presso la UKB (c’era già, quindi, una base di praticanti e simpatizzanti di Reiki all’interno dell’ospedale).
Il dott.Witt decise quindi di proporre il Reiki come tecnica integrativa dei normali trattamenti. Dopo un iniziale scetticismo tra gli specialisti dell’UKB il trattamento Reiki è stato approvato e integrato nelle terapie per i pazienti con dolore cronico.
Rispetto ai criteri con i quali i pazienti vengono inseriti nei percorsi di trattamento Reiki Marc Bendach racconta in un’intervista “I pazienti vengono in riabilitazione con vari gradi di disagio. Se diventa evidente che un paziente utilizza i trattamenti Reiki solo per riposare o per mantenere un sonno ristoratore (anche se non c’è nulla di sbagliato in questo) raccomandiamo ad altre terapie come il rilassamento muscolare progressivo. Questo per poter privilegiare i pazienti che soffrono di forti dolori. Altrimenti, dal mio punto di vista, non ci sono motivi sostanziali per escludere un paziente dai trattamenti Reiki“
I risultati
Il successo è stato notevole. Tra tutti i trattamenti utilizzati nella gestione del dolore presso l’UKB (rilassamento muscolare progressivo, Qi Gong, Bio-Feedback, meditazione, esercizio fisico, yoga, training autogeno) il Reiki è quello che ha avuto migliori risultati con i pazienti. Oltre l’80% degli intervistati ha dichiarato che Reiki era ai loro occhi la migliore tra le nuove tecniche per il dolore.
Uno dei motivi del successo del Reiki all’UBK è che un quarto di tutti i pazienti proviene da infortuni sul lavoro e l’obiettivo primario delle associazioni professionali è riabilitare questi pazienti dal punto di vista medico ma anche professionale e sociale. Ciò significa anche ripristinare la capacità di lavorare il più rapidamente possibile. Le assicurazioni sulla responsabilità dei datori di lavoro adottano un approccio pragmatico: supportano e pagano. A differenza delle assicurazioni sanitarie, che hanno ancora molte resistenze nei confronti del Reiki, le prime coprono i costi dei trattamenti Reiki ai pazienti durante la loro permanenza in ospedale e talvolta oltre. C’è l’idea, in alcuni casi anche di finanziare l’apprendimento del primo livello di Reiki.
Il centro di riabilitazione dell’UKB è unico nel suo genere a Berlino e si è sviluppato rapidamente. Dopo i successi nel campo del dolore cronico, l’uso del Reiki è stato esteso a tutte le aree di riabilitazione (riabilitazione protesica, spalla, mano, equilibrio e ginocchio).
Il dott. Benjamin Reicke, uno dei medici responsabili della riabilitazione del ginocchio all’UKB apprezza Reiki come misura per rafforzare la fiducia e migliorare l’aderenza del paziente alle terapie mediche convenzionali. Questo è molto utile perché spesso i pazienti sono sottoposti a forte stress quando arrivano alla riabilitazione. L’ansia e il dolore portano a crampi, che possono complicare la fisioterapia, ad esempio. L’energia Reiki, scorrendo in tutto il corpo, ha il vantaggio di potersi diffondere nei punti dove è più necessaria. In questo modo è possibile trattare indirettamente le aree che, per motivi psicologici o per il dolore, il paziente non desidera siano toccate.
I trattamenti Reiki migliorano anche gli aspetti psicologici dei pazienti infortunati. La psicologa Annette Brink, responsabile della psicotraumatologia presso l’UKB e lavora a stretto contatto con terapisti del rilassamento. Nel dolore e nella riabilitazione protesica, ogni paziente riceve trattamenti Reiki. In altri situazioni lo psicologo decide caso per caso. Per esempio il Reiki viene raccomandato se i pazienti non vogliono affrontare la propria lesione, non possono accettare restrizioni o se il dolore non è dovuto esclusivamente al disagio fisico. Spesso il Reiki prepara il terreno per l’elaborazione psichica dell’incidente. Il Reiki riesce a raggiungere i pazienti che si sono chiusi in sè. La maggior parte dei pazienti che arrivano al centro di riabilitazione dell’UKB sono molto stressati, alcuni con la sindrome del burn-out.
Il Reiki porta benefici anche agli operatori. Marc Bendach e la sua collega Melanie Heilmann avvertono gli effetti dei lunghi tempi di trattamento. Servire come canale Reiki ogni giorno per 5-6 ore non è senza conseguenze. A volte entrambi avevano mal di schiena. “Ad un certo punto è andato via“, dice sorridendo Marc Bendach, descrivendo gli effetti collaterali del suo lavoro.
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