
Cercare in ogni modo di aiutare chi amiamo o coloro che si rivolgono a noi per ricevere servizi (anche trattamenti e corsi di Reiki) non sempre è la soluzione ottimale. In certi casi possiamo addirittura peggiorare le cose o combinare pasticci.
La storia che segue, quella dell‘uomo che voleva aiutare la farfalla, ci insegna davvero molto sulla “relazione di cura”.
C’era una volta un bozzolo. Un giorno, in questo bozzolo apparve un piccolo buco. Un uomo che passava di lì per caso, si mise a guardare la farfalla che si sforzava di uscire da quel piccolo buco. Passò molto tempo, varie ore. Sembrava proprio che la farfalla si fosse arresa ed il buco fosse sempre della stessa dimensione. Sembrava che la farfalla ormai avesse fatto tutto quello che poteva, e che non avesse più la possibilità di fare nient’altro.
Allora l’uomo decise di aiutare la farfalla. Prese un piccolo coltellino e delicatamente aprì il bozzolo. La farfalla uscì immediatamente. Però il suo corpo era piccolo e rattrappito. Le sue ali erano poco sviluppate e si muovevano a stento.
L’uomo continuò ad osservare perché sperava che, da un momento all’altro, le ali della farfalla si aprissero, capaci di sostenere il corpo, e che finalmente la creatura cominciasse a volare. Non successe nulla.
La farfalla passò il resto della sua esistenza trascinandosi sul terreno con un corpo rattrappito e con le ali poco sviluppate. Non imparò mai a volare.
Ciò che quell’uomo, con il suo gesto di gentilezza e con l’intenzione di aiutare, al momento non vide, è che passare per lo stretto buco del bozzolo era lo sforzo necessario affinché la farfalla potesse trasmettere il fluido del suo corpo alle sue ali. Era una condizione necessaria per lei per imparare a volare. Era la forma con cui la Natura la faceva crescere e sviluppare. Allora l’uomo capì che la farfalla diede a lui una lezione di vita.
Affrontare le difficoltà spesso è l’unico modo per superarle veramente. In alcune occasioni solo alcune dure prove ci aiutano a rafforzare il corpo, la mente e lo spirito. Per questo considerare gli ostacoli e il dolore come un male assoluto può essere davvero molto pericoloso sia per chi – di professione – si occupa di “relazione di aiuto”, sia per chi usa il Reiki per aiutare amici e parenti. Il rischio è che i nostri clienti (ma anche i semplici conoscenti…) non riescano mai a “volare” da soli e rimangano dipendenti dal supporto esterno oppure che proprio il nostro supporto intralci il loro processo di crescita.
La tendenza irresistibile a re-agire
L’essere umano ha un’innata tendenza alla re-attività che lo spinge a trasformare ogni stimolo in un’azione. Si tratta di una risposta innata che certamente ha facilitato la sopravvivenza dell’uomo primitivo in situazioni d’emergenza. Chiunque si offra per aiutare gli altri (e in particolar modo un professionista della relazione d’aiuto) deve evitare di cadere in questa trappola.
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