
Nel 2016 la rivista spagnola Enfermeria intensiva ha pubblicato lo studio “Efectividad de aplicación de reiki para disminuir el fracaso en el destete ventilatorio. Ensayo clínico” finalizzato a determinare l’utilità del Reiki nel ridurre i casi d’insuccesso nell’interruzione dell’intubazione, il numero di giorni di ventilazione meccanica, i giorni di permanenza in terapia intensiva e la quantità di farmaci somministrati.
L’ammissione in terapia intensiva è un momento difficile e stressante per il paziente perché prevede l’applicazione di diverse tecniche: intubazione e rimozione del supporto ventilatorio che possono fallire anche a causa dell’ansia. Lo “svezzamento” o il ritiro del supporto ventilatorio è il periodo di transizione tra ventilazione meccanica e ventilazione spontanea, che culmina nell’estubazione.
Secondo un sondaggio condotto nelle terapie intensive spagnole, il 41% delle volte in cui i pazienti sono ventilati è dedicato al processo di svezzamento. Questo processo è spesso complicato, quindi tra il 20-30% dei pazienti avrà uno svezzamento difficile.
L’insuccesso nello svezzamento porta alla necessità di reintubare entro 48h dall’estubazione. L’incidenza della reintubazione varia dal 2 al 25%. Il fallimento dell’estubazione prolunga la ventilazione meccanica ed è associato ad alti tassi di mortalità.
La metodologia
Si tratta di uno studio clinico randomizzato realizzato nell’unità di medicina intensiva dell’ospedale dell’Università di Albacete (Castiglia-La Mancia nella Spagna centrale).
Lo studio è stato condotto da agosto 2011 a ottobre 2013.
Il campione analizzato era composto da 256 pazienti in terapia intensiva collegati alla ventilazione meccanica per più di 48 ore, divisi in 2 gruppi: gruppo di intervento e placebo.
L’intervento consisteva nell’applicazione di trattamenti Reiki mentre nel gruppo placebo veniva simulata la tecnica.
La tecnica veniva applicata a giorni alterni, fino a 48 ore dopo l’estubazione, con una durata di circa 10 minuti. I trattamenti erano realizzati nel momento più tranquillo, di solito nel turno pomeridiano o serale in modo che non coincidessero con alcuna altra cura che potesse cambiare le condizioni del paziente.
I trattamenti sono stati realizzati dal personale infermieristico (6 infermieri e un assistente infermieristico) addestrato al Reiki (secondo livello).
Le variabili misurate sono state: la % di fallimento al momento dell’estubazione, i giorni fino all’inizio dello “svezzamento”, la durata in giorni di intubazione, i giorni della fase di “svezzamento”, la quantità di sedativi, antidolorifici, miorilassanti, antipsicotici e ammine.
I risultati
Emerge una % di fallimento dell’estubazione leggermente inferiore nel gruppo di intervento che potrebbe essere attribuita al fatto che l’applicazione del Reiki agisce sull’irrequietezza e l’ansia.
Pur non potendo affermare (in termini di significatività statistica) che l’uso del Reiki riduca il fallimento nel ritiro del supporto ventilatorio, emergono comunque risultati positivi in termini di:
- soggiorno più breve in terapia intensiva;
- minori giorni di intubazione;
- minori giorni per lo “svezzamento”.
Le implicazioni dello studio per la pratica clinica mostrano la possibilità di integrare terapie complementari nelle cure quotidiane e tradizionali tenendo conto della visione olistica dell’essere umano.
Lo studio è stato pubblicato anche su PubMed.
Consulta il testo completo dello studio.
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