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I benefici del Reiki nella riduzione dello stress e prevenzione del burnout

Stress e burnout sono al giorno d’oggi molto diffusi in modo trasversale tra diverse categorie di persone. E’ provato che la pratica del Reiki, eseguita anche solo per qualche minuto al giorno,  aiuta a riprendersi dalla fatica fisica, dallo stress, migliora la qualità del sonno e più in generale rinforza il sistema immunitario della persona, diminuendo le probabilità di assenze per malattia. Sciogliendo le tensioni e le emozioni negative accumulate svolge un’azione efficace nella prevenzione e cura del “burnout” come dimostrato da molti numerosi studi.

Lo stress, inteso come “risposta a-specifica ad uno stimolo esterno vissuto come pericoloso per la nostra salute fisica o psichica”, si può considerare una risposta adeguata per emergenze puntuali che richiedono un diverso funzionamento. La chimica del corpo viene quindi alterata per rispondere all’emergenza.

Purtroppo la vita moderna spesso comporta uno stile di vita di “emergenza continua”, dunque quella che era una risposta breve e puntuale diventa uno stato permanente, con danni fisici (che arrivano a danneggiare il DNA) e psicologici (rabbia, irritabilità, apatia, demotivazione, esaurimento…).

In particolare è molto diffusa una forma di stress legata all’ambiente di lavoro, chiamata burnout, sulla quale ci soffermiamo un po’ di più visto che danneggia sia i singoli che le organizzazioni (minor produttività, maggiore frequenza di errori, assenteismo…).

Maslach e Leiter (2000) hanno definito la sindrome da burnout attraverso tre dimensioni:

– deterioramento dell’impegno nei confronti del lavoro,
– deterioramento delle emozioni originariamente associati al lavoro
– problema di adattamento tra persona ed il lavoro, a causa delle eccessive richieste di quest’ultimo.

In tal senso il burnout diventa una sindrome da stress ma probabile in qualsiasi organizzazione di lavoro.

Anche il rischio da stress lavoro correlato è stato oggetto di studio dello European Risk Observatory dell’Agenzia, quindi si riportano di seguito alcuni dati diramati dall’ente. Interessa tutte quelle figure caricate da una duplice fonte di stress, ovvero quello personale e quello della persona aiutata; in particolare colpisce i medici e le altre figure sanitarie, compresi volontari e studenti, gli addetti ai servizi di emergenza, tra cui poliziotti e vigili del fuoco, psicologi, psichiatri e assistenti sociali, sacerdoti e religiosi (in particolare se in missione), insegnanti ed educatori, avvocati e ricercatori.

Se non opportunamente trattati, questi soggetti cominciano a sviluppare un lento processo di “logoramento” o “decadenza” psicofisica dovuta alla mancanza di energie e di capacità per sostenere e scaricare lo stress accumulato (“burnout” in inglese significa proprio “bruciarsi”).

Il burnout comporta esaurimento emotivo, depersonalizzazione, un atteggiamento spesso improntato al cinismo e un sentimento di ridotta realizzazione personale. Il soggetto tende a sfuggire l’ambiente lavorativo assentandosi sempre più spesso e lavorando con entusiasmo ed interesse sempre minori, a provare frustrazione e insoddisfazione, nonché una ridotta empatia nei confronti delle persone delle quali dovrebbe occuparsi. Il burnout si accompagna spesso ad un deterioramento del benessere fisico, a sintomi psicosomatici come l’insonnia e psicologici come la depressione, rabbia, irritabilità. I disagi si avvertono dapprima nel campo professionale, ma poi vengono con facilità trasportati sul piano personale: l’abuso di alcol, di sostanze psicoattive, il deteriorarsi dei rapporti affettivi ed il rischio di suicidio sono elevati nei soggetti affetti da burnout.

Se avete riconosciuto qualcuno dei sintomi sopracitati nei vostri colleghi non c’è da stupirsi: il burnout è molto diffuso. Per fare un esempio, secondo un recente studio olandese in Psychological Reports, non meno del 40% dei medici di base andrebbe incontro ad elevati livelli di burnout!

(Fonti: Making Europe a safer, healthier and more productive place to work — OSHA — European Agency for Safety and Health at Work; Wikipedia)

REIKI E BURNOUT

Il Reiki si è dimostrato rapido ed efficace nella cura e nella prevenzione del burnout. L’effetto rilassante del Reiki è così veloce che spesso le persone traggono beneficio mentre ancora partecipano al seminario, (ri)trovando serenità, fiducia, voglia di vivere, calma, serenità. Sulla psiche infatti il Reiki lavora molto velocemente, per cui i miglioramenti, anche nella nostra esperienza non si faranno attendere.

Numerosi studi provano l’efficacia del Reiki nel contrastare burnout ed altre manifestazioni di stress ed esaurimento, rimandiamo alla sezione di questo sito dedicata agli studi sul Reiki dove si trova una selezione di studi pubblicati da autorevoli riviste scientifiche.

Da notarsi che quasi tutti gli studi prevedevano il ricevere trattamenti da terzi, mentre è molto più efficace potersi dare Reiki da soli, anche solo per questioni di tempi e frequenza. Ciò nonostante i risultati positivi sono stati ben evidenti.

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