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Reiki ai caregiver dei malati terminali all’Hospice di Teramo: uno studio

Presso l’Hospice di Teramo è stato effettuato un interessante studio sui benefici del Reiki per i caregiver che assistono i pazienti terminali.
Dal 2014 al 2016 è stato realizzato un interessante studio pilota sperimentale presso l’Hospice di Teramo. Lo studio è diventato in seguito la tesi di laurea magistrale in Psicologia di Roberta di Teodoro con il titolo “ Stress psico-fisico nel caregiver del malato terminale. Utilizzo del Reiki in Hospice” ed è stato presentato un anno dopo al Congresso SICP 2017 a Riccione con il titolo “ La scelta di alleviare lo stress del caregiver nelle cure palliative, senza parole”.

L’obiettivo dello studio

La ricerca, caratterizzata da una disegno longitudinale e un impianto quasi-sperimentale, intendeva valutare l’efficacia del Reiki rispetto allo stress psico-fisico affrontato dai caregiver che assistono i loro cari nel fine vita. La sperimentazione ha voluto fornire ai familiari dei pazienti uno “spazio” per se stessi dando loro la possibilità di usufruire di una tecnica che dona sollievo e rilassamento. Il punto di forza delle sedute Reiki, è stato di permettere ai caregiver di potersi stendere comodamente senza dover investire ulteriori energie e di poter trovare un “momento” di quiete tutta per loro.

Il metodo

I trattamenti eseguiti sui caregiver sono stati 5 (di circa 30 minuti) e sono stati terminati entro una settimana dalla “presa in carico”. Prima di iniziare il ciclo delle sedute sono stati somministrati dei test e valutati dei parametri fisici, ripetuti alla fine dei trattamenti.
A differenza degli altri studi in cui ci si sofferma maggiormente sulla valutazione dell’ansia e del dolore (Birocco, 2012 “The effects of Reiki therapy on pain and anxiety in patients attending a day oncology and infusion services unit“) o sull’effetto rilassante, il progetto pilota dell’Hospice di Teramo fa un’analisi più ampia, valutando lo stress nelle variabili fisiologiche e psicologiche. Inoltre presenta un gruppo di confronto con cui poter effettivamente stimare l’effetto del Reiki.
Le misurazioni effettuate hanno riguardato:
– i parametri fisiologici (pressione sistolica (o “massima”) e diastolica (o “minima”), frequenza cardiaca, saturazione e temperatura corporea);
– valutazione complessiva della qualità della vita del paziente attraverso la Scala Edmonton Symptom Assessment System (ESAS) che comprende: dolore, stanchezza, nausea, depressione, ansia, sonnolenza, inappetenza, malessere, difficoltà a respirare.
– i parametri psicologici attraverso il Caregiver Reaction Assessment (CRA) che analizza l’attività di caregiving rispetto ai sequenti parametri: l’impatto dell’attività di assistenza sulle attività quotidiane; l’impatto economico che la gestione della malattia del paziente comporta; il grado in cui il caregiver percepisce una mancanza di sostegno da parte della rete familiare; la percezione di deterioramento della salute fisica da parte della persona impegnata nell’assistenza al paziente; l’impatto sull’autostima percepita e la possibile conseguenza positiva all’attività di caregiving.
I caregiver partecipanti hanno dato la disponibilità per lo “studio”, firmando un consenso, ed erano quelli che che impiegavano la maggior parte del tempo nell’attività di caregiving “ruotando” meno con altri familiari.
Le sedute Reiki sono state eseguite in una stanza apposita con un lettino e con la possibilità di poter utilizzare una musica rilassante durante il trattamento.

Il campione

Hanno partecipato allo studio 28 caregiver (14 appartenenti al gruppo sperimentale e 14 appartenenti al gruppo di controllo). L’età media era di 55 anni, con larghissima prevalenza del genere femminile (93% per il gruppo sperimentale e 86% per il gruppo di controllo). Il caregiver nel gruppo sperimentale era per la maggior parte (43%) il coniuge (seguito dalla figlia/o nel 36%, sorella/fratello 14% ed infine nipote nel 7%).

I risultati

Ciò che è emerso dal questionario che misura lo stress del caregiver (CRA, 1992) è il livello maggiore di “autostima” che cresce nel tempo nel gruppo sperimentale sottoposto alle sedute Reiki. In generale l’intensità dei problemi tende a diminuire in quasi tutte le sottoscale nel gruppo sperimentale più che nel gruppo di controllo, come si evidenzia nel grafico seguente, ad eccezione della mancanza del “supporto familiare”.
Alla fine del ciclo dei cinque trattamenti Reiki le misure fisiologiche nel gruppo sperimentale presentano un maggior livello di saturazione, una frequenza cardiaca più bassa e una minore temperatura corporea, modificazioni che di solito sono descritte durante la fase di rilassamento e di meditazione.
Per quanto riguarda la qualità di vita dei caregiver (scala ESAS) emergono risultati che confermano quanto riportato dalla letteratura, in particolare dallo studio di Birocco et al. in cui è stata valutata l’efficacia del Reiki nella gestione dell’ansia, del dolore e del benessere nei pazienti affetti da malattie oncologiche. Nel presente studio in particolare diminuiscono significativamente: dolore, stanchezza, depressione, ansia, sonnolenza e malessere, anche mancanza di appetito, seppur con minore intensità. Confrontando i risultati del gruppo di controllo, che non ha ricevuto il supporto dei trattamenti Reiki, i punteggi risultano peggiorati nel tempo riguardo a dolore, stanchezza, malessere e sono rimasti invariati in depressione, sonnolenza, mancanza di appetito e nausea.

Lo studio sperimentale è stato realizzato da Roberta di Teodoro operatrice Reiki dal 2010 e insegnante Reiki dal 2017. Laureata in psicologia è attualmente psicoterapeuta in formazione ad indirizzo dinamico-breve. Offre sostegno psicologico per affrontare periodi di crisi esistenziali e la costruzione di nuovi equilibri, integrando in alcuni casi anche la tecnica Reiki, utile per la gestione di ogni forma di malessere: ansia, stress, depressione, insonnia, emicranie etc.

Per approfondire leggi il nostro articolo “Reiki ai caregivers: prendersi cura di chi assiste i malati gravi“.

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